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Home/Bolivia/La città bianca di Sucre: cosa fare assolutamente
sucre cosa fare

La città bianca di Sucre: cosa fare assolutamente

Sucre cosa fareQuando ho steso l’itinerario del viaggio in Cile del Nord e Bolivia, Sucre è stata una delle prime città che ho appuntato sulla mia Moleskine.

Non so esattamente il perché ma sono convinta che alcuni posti mi chiamino per nome e mi tirino per la maglietta fino al momento in cui non mi presento.

Non sapevo molto di Sucre se non che di secondo nome fa “città bianca”, che è la capitale della Bolivia, che è piccola e poco trafficata. Ah, sì… sapevo anche essere famosa per il cioccolato!

L’impatto con Sucre è stato tremendamente piacevole.

Sucre si trova a 2.800 metri di altitudine e per la prima volta non abbiamo avuto il fiato corto portando gli zaini in spalla. La temperatura era gradevole, la città è a misura d’uomo, vivace, pulita e curata ovunque. Arrivando da La Paz, ci è parsa il paradiso.

La città è Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1991. Gli edifici neo-coloniali imbiancati a calce, le piazze vivaci ma mai caotiche e un ricco patrimonio culturale e architettonico fanno di Sucre una città degna di questo titolo.

Sucre riveste un ruolo fondamentale nella storia del paese e per questo non ho dubbi a consigliarti di includerla nell’itinerario del tuo viaggio in Bolivia.

La città è visitabile in due giorni ma attenzione ad organizzarti bene verificando con un’agenzia locale gli orari di apertura di chiese, musei e conventi. La Lonely Planet, in questo, è decisamente inaffidabile.

Ecco la mia personale classifica delle cose da fare assolutamente a Sucre:

1. Visitare la casa de la Libertad

La Casa de la Libertad è il punto di interesse più rilevante della città.

In questo edificio è stata firmata, nel 1825, la dichiarazione di indipendenza della repubblica Boliviana.

La visita guidata di un’ora e mezza, inclusa nel biglietto d’ingresso, permette di avere una breve ma onnicomprensiva panoramica sulla storia della Bolivia. La visita inizia davanti ad una grande mappa del sud America del 1.500 e si conclude con una carrellata di ritratti dei presidenti della repubblica dalla sua fondazione ad oggi. Nel mezzo, ampie sale con un pezzettino di storia Boliviana perfettamente conservata.

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2. Passeggiare sui tetti di San Filipe de Neri

Il convento in stile neoclassico, costruito tra il 1795 e il 1799 è ora è adibito a scuola parrocchiale femminile.

Il portone d’ingresso è spesso chiuso, anche durante l’orario di apertura, quindi non farti scrupoli a bussare. Una suora sarà lieta di accoglierti ed indicarti la strada per salire sui tetti. E’ vero che questo è il pezzo forte del convento ma resterai rapito anche dall’enorme chiostro circondato da due livelli di corridoi, perfettamente conservati nel tempo.

La vista a 360 gradi dai tetti del convento è superlativa.

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3. Mangiare Empanadas e Salteñas secondo la ricetta originale del 1700

Ebbene sì, hai capito bene. Le suore di clausura del convento de Santa Clara non si fanno mai vedere ma in compenso sfornano tutti i giorni Empanadas e Salteñas cucinate secondo un’antica ricetta del 1700.

Le abbiamo scoperte per caso, dopo aver visitato il museo e ce le siamo mangiate anche il giorno dopo a pranzo. La scelta per il tipo di ripieno è limitata (pollo, manzo o vegetariana) ma garantisco sulla squisitezza di qualsiasi cosa si assaggi.

Se ti stai chiedendo quale sia la differenza tra Empanadas e Salteñas, questa sta semplicemente nel fatto che la seconda, a differenza della prima, ha un ripieno a base di pomodoro.

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4. Visitare il museo di Santa Clara

Il convento di clausura Santa Clara si fatica quasi a trovarlo ma, una volta dentro, è una vera scoperta.

La visita inizia dal coro, adibito a museo. Poi si raggiunge il chiostro, bellissimo, con pitture murali scoperte accidentalmente da una suora caduta da una scala (o almeno questa è la storiella raccontata dalla guida). I numerosi terremoti che hanno colpito Sucre hanno lasciato testimonianza nell’inclinazione delle colonne perimetrali del chiostro.

La visita prosegue nell’ex sala della comunione. Da qui si accede alla chiesa dove è custodito il pezzo più bello della collezione: un organo in legno antico decorato nei toni dell’azzurro e costruito nel 1664. L’organo è tutt’ora funzionante, ha circa 500 canne e viene suonato solo due o tre volte l’anno.

E’ vietato scattare fotografie allo strumento quindi vi lascio solo immaginare la sua bellezza.

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5. Rilassarsi sulle panchine di Plaza 25 de Mayo

La piazza rappresenta il fulcro della città ed è circondata da due dei più importanti edifici di Sucre: la Cattedrale, in cui e custodita la Virgen de Guadalupe (al momento della nostra visita era chiusa) e la Casa de la Libertad. Al centro della piazza si trova la statua del generale Antonio José de Sucre attorno alla quale si rincorrono i bambini e i venditori ambulanti attendono pazientemente il prossimo cliente. La piazza è sempre gremita di gente, a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma non per questo risulta caotica.

Ai lati della piazza, caffè, negozi e qualche hotel.

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6. Perdersi tra i vicoli della città

Perdersi tra i vicoli bianchi di Sucre è la cosa più divertente (e sicura) che tu possa fare per scoprire la città. La planimetria di Sucre è quella tipica americana: le quadras (equivalenti ai nostri isolati) sembrano disegnate con il righello e in qualsiasi punto della città è facile ritrovare l’orientamento.

Tuttavia, ogni vicolo ha la sua peculiarità: una citazione dipinta sulla ceramica, una salita inaspettata, un dipinto murale dai colori sgargianti.

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Come arrivare a Sucre

In aereo:

L’aeroporto di Sucre ha collegamenti giornalieri con La Paz e con Santa Cruz. Dall’aeroporto al centro della città puoi prendere un taxi (tariffa fissa 60 BOB) oppure un bus (8 BOB).

In bus:

La stazione dei bus di Sucre è situata a 15 minuti dal centro città. Il micro A oppure il 3 (1,5 BOB) arrivano in Plaza san Francisco. In alternativa puoi sempre prendere il taxi (15 BOB).

Da La Paz, prendi un bus della compagnia El Dorado che parte dalla stazione di Plaza Antofagasta alle ore 19.00, 19.30 oppure 20.00, tutte le sere. Il viaggio dura circa 12 ore ma c’è la possibilità di acquistare biglietti per sedili di tipo “cama” che ti permettono di reclinare lo schienale di 180 gradi come se fosse un letto.

Da Potosì ci sono 4 corse al giorno verso Sucre e il viaggio dura circa 3 ore. Informati se i bus partono dalla stazione vecchia oppure da quella nuova. Noi siamo arrivati da Sucre a quella vecchia (più vicina al centro) ma credo che le partenze funzionino al contrario.

Dove dormire

La Lonely Planet sostiene che Sucre sia una delle città più care della Bolivia, in quanto a pernottamento.

Io ho trovato invece un buon rapporto qualità prezzo nella maggior parte delle strutture. A Sucre ci sono molti edifici storici ristrutturati ed adibiti ad hotel, definiti “di lusso” ma a cifre abbordabilissime.

Noi abbiamo dormito al Parador Santa Maria la Real ad un prezzo di 50 Euro a notte a camera. Non è low budget – ed infatti è stato l’unico “scialo” della vacanza – ma l’abbiamo trovato fantastico. Unica pecca il wifi, funzionante solo all’ingresso.

Written by:
Elena Frigerio
Published on:
23 Settembre 2016
Thoughts:
4 commenti

Categories: Bolivia

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Andrea - Impronte Nel Mondo

    4 Ottobre 2016 alle 12:47

    Che meraviglia Sucre! Purtroppo nel nostro viaggio in Bolivia non siamo riusciti a vederla e questo ci è molto dispiaciuto.
    Ci consoliamo con le tue splendide foto!
    Ah…dimenticavo: anche noi abbiamo provato le saltenas ma ce le hanno proposte a colazione!! E le nostre erano ripiene di carne, cipolla e uova di quaglia. Una delizia, con il latte caldo….

    Rispondi
    • Elena Frigerio

      4 Ottobre 2016 alle 15:41

      Che peccato Andrea! Vorrà dire che avrete una scusa per tornarci, in Bolivia!
      Sì anche il nostro hotel le aveva nel buffet della colazione. In formato ridotto. Buonissime vero? 🙂

      Rispondi
  2. Paola

    17 Agosto 2018 alle 10:06

    La visito oggi.. grazie per i tuoi splendidi consigli!!❤️

    Rispondi
    • Elena Frigerio

      28 Agosto 2018 alle 19:27

      ciao Paola, spero ti sia piacuta! 🙂

      Rispondi

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