Le sveglie suonano sempre più presto durante questo viaggio lungo la via della Seta cinese. Ci sono tante cose da vedere, mille posti da scoprire.
In questo post ti porto a scoprire i nostri ultimi otto giorni di viaggio, da Xiahe fino Pechino.
Se vuoi leggere le tappe precedenti, le trovi qui:
- Giorno 1 > Giorno 8: da Pechino allo Xinjiang
- Giorno 9 > Giorno 16: dallo Xinjiang agli altipiani tibetani passando per il Gansu
Giorno 17: Xiahe > Lanzhou > Tianshui
Giorno 18: Tianshui > Grotte del Majishan > Tianshui
Giorno 19: Tianshui > Xian
Giorno 20: Xian (Esercito di Terracotta)
Giorno 21: Xian
Giorno 22: Xian > Luoyang > Pechino
Giorno 23: Pechino
Giorno 24: Pechino
Giorno 25: Pechino
Giorno 17: Xiahe > Lanzhou > Tianshui
La giornata non è particolarmente fortunata: la strada per tornare a Lanzhou è lunga, il tempo è brutto e il traffico è immane.
Ci mettiamo più di sei ore per raggiungere il capoluogo del Gansu, metropoli da 4 milioni di abitanti e prima grande città toccata dal nostro itinerario. Lanzhou è una delle città più inquinate della Cina ed è tagliata in due dal fiume Giallo.
Avremmo dovuto vedere il museo, poi fare una passeggiata lungo il mitico fiume giallo e poi prendere il treno delle 18.00 per Tianshui.
Cosa abbiamo fatto di tutto questo? Niente! Solo una fotografia sulle rive del fiume e poi dritti di corsa alla stazione.
Giorno 18: Tianshui > Grotte del Majishan > Tianshui
Tianshui è tappa obbligata sulla via della Seta per un semplice motivo. A circa 50 chilometri dalla città si trovano le Grotte del Maijishan, di una bellezza incredibile.
Le grotte del Maijishan sono scavate sul fianco dell’omonima montagna. Le grotte contengono più di 7 mila sculture di Buddha e decine di migliaia di dipinti murali.
Le origini dei tempi buddhisti del Maijishan risalgono agli anni 420-422 d.C. della dinastia Wei. Le grotte sono particolarmente interessanti perché si trovano all’incrocio di due vie di comunicazione fondamentali: quella che collega Xian a Lanzhou proseguendo verso ovest e quella che collega Xian a Chengdu e prosegue verso sud, fino in India.
Influenze indiane, infatti si ritrovano in alcune sculture del sesto secolo.
Quelle più recenti, invece, sono tipicamente cinesi.
Al di là della storia e del loro ruolo fondamentale come centro religioso lungo la via della Seta, quel che impressiona di questo sito è come facciano queste sculture millenarie ad essere ancora lì, aggrappate al versante a strapiombo della montagna. Le scalette di legno che gli girano intorno fanno quasi impressione.
Passiamo tutta la mattina immersi in questa meraviglia, connubio a tratti impossibile tra forza della natura e ingegno umano.
Nel pomeriggio riprendiamo un bus che ci porta in centro a Tianshui. Visitiamo il Tempio Fuxi e il Tempio Yuquan, entrambe oasi di pace nel caos più sfrenato della città.
Giorno 19: Tianshui > Xian
Il treno delle 5:56 ci porterà a Xian. Più proseguiamo il viaggio e più ci avviciniamo alla Cina conosciuta, quella delle megalopoli piene di traffico e di inquinamento.
Xian è famosa per il suo Esercito di Terracotta. Xian è un’enorme caos di 5 milioni di abitanti. Xian è la prima città in cui i cinesi non ti aiutano; anzi, cercano di fregarti. Xian è la Cina della TV.
Non so se mi è piaciuta, questa Xian.
Alloggiamo in un Sofitel da mille e una notte, pagato poche decine di Euro grazie ad un’offerta su Booking. A Luigi non gli pare vero di avere 4 cuscini tutti per lui, una doccia che manco nelle spa e il personale che, guarda te, parla pure inglese.
La cosa più divertente di questi hotel è vedere la faccia scandalizzata del concierge quando chiedi informazioni sul bus cittadini. Ti guardano proprio come se fossi matto e cercano in tutti i modi di convincerti a prendere un taxi.
Molliamo gli zaini in stanza e ci fiondiamo nel quartiere musulmano della città. E qui iniziano a girarmi un po’ a elica. Le donne non possono entrare di qua, le donne non possono varcare quella soglia di la…
Quel che è invece è bellissimo, di questa passeggiata nel quartiere musulmano, è ritrovare odori, sapori e oggetti che hanno caratterizzato la primissima parte del nostro viaggio, quando eravamo nello Xinjiang. Il tutto si mischia alle bancarelle di noodles e di patatine fritte che poi avevamo incontrato in Gansu. E per finire, i negozietti super turistici o le grandi catene occidentali (il primo Starbucks l’ho visto proprio a lì) tipiche della cina più commerciale.
È una commistione di tutte le cose viste e provate in 20 giorni di viaggio, tutte in un unico posto, ma fuori posto, come se fossero lì non per una logica precisa ma semplicemente perché senza altra dimora.
Questa situazione mi piace un sacco. È come se il questo viaggio, ora, avesse un senso. Come quei film che non capisci fino all’ultima scena e poi di colpo tutto diventa chiaro.
Prima del tramonto affittiamo una bicicletta e pedaliamo sulle mura della città. Non mi sembra vero di poter rimettere il sedere su una due ruote a pedali, ammirando le torri che cambiano colore con il calar del sole.
Scenderemo talmente tardi che rischieremo di non cenare.
Giorno 20: Xian (Esercito di Terracotta)
Oggi è il grande giorno, uno dei più attesi del viaggio: andiamo a vedere l’Esercito di Terracotta.
O meglio, cerchiamo prima di capire come arrivarci mentre un’orda selvaggia di personaggi poco raccomandabili cerca di rifilarci tour scadenti o servizi privati costosissimi.
Dopo un’ora di vagabondaggio in balia dei consigli improbabili di queste persone, troviamo il bus che ci porta prima alle Terme imperiali e poi al sito dove è custodito l’Esercito di Terracotta e la tomba di Qin Shi Huang, primo imperatore della Cina (220 a.C.) nonché committente della Grande Muraglia e dell’Esercito di Terracotta.
Le Terme Imperiali si trovano a circa 35 chilometri da Xian. Si inseriscono in un enorme parco ai piedi del monte Li. La prima pietra, o meglio, la prima piscina, fu costruita tra il 221 e il 206 a.C. durante la dinastia Qin. Il complesso fu ampliato durante le dinastie seguenti e costantemente utilizzato dagli imperatori.
Il posto è molto curato ma le terme non sono proprio niente di che.
Riprendiamo il bus e raggiungiamo finalmente il pezzo forte della giornata: l’Esercito di Terracotta.
L’Esercito di Terracotta è un colossale esercito di pietra commissionato dall’imperatore Qin con lo scopo di proteggerlo nell’aldilà. È formato da migliaia di guerrieri, ognuno diverso dall’altro, e da centinaia di cavalli e carrozze.
L’Esercito di Terracotta è effettivamente un MUST durante un viaggio in Cina anche se io l’ho apprezzato di più quando sono tornata a casa. Il contesto in cui è inserito è piuttosto triste e la macchina spenna turisti che ci hanno costruito intorno fa venir voglia di girare i tacchi e tornarsene a casa.
Con il biglietto di ingresso cumulativo si possono visitare le tombe dell’imperatore, che però, sono solo grandi stanze vuote senza nulla di interessante dentro.
Giorno 21: Xian
Per la prima volta dopo taaaaanti giorni, riusciamo a dormire qualche ora in più. Gli arretrati di sonno si fanno sentire. Ci concediamo il lusso di dormire fino alle 10.00 e di fare una gran colazione in tutta calma.
Le cose da vedere a Xian sono parecchie e decidiamo di iniziare dalle Pagode. Prima la Pagoda dell’oca grande, poi quella dell’oca selvaggia. Verso sera andiamo a vedere lo spettacolo delle fontane danzanti, talmente bello da farmi snobbare completamente lo spettacolo dell’albero della vita ad Expo 2015.
È l’ultimo giorno a Xian e maciniamo un sacco di chilometri per poter vedere più cose possibili. Riusciamo persino ad assistere ad uno spettacolo sulla torre del Tamburo.
Giorno 22: Xian > Luoyang > Pechino
Sulla via del ritorno verso Pechino facciamo tappa a Luoyang, piccolissima cittadina lungo la via della Seta e sede delle grotte di Longmen.
Il treno ci porta puntuale alla stazione di Luoyang. Depositiamo i bagagli e prendiamo un comodo bus che in 15 minuti raggiunge le grotte buddhiste.
Questo è uno dei complessi rupestri più famosi di tutta la Cina, inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità. Si snoda lungo il fiume Yi per più di un chilometro, da entrambe le sponde. Le grotte sono posteriori a quelle di Mogao o del Maijishan e risalgono al periodo compreso tra il 493 e il 1127.
Il sito è molto grande ed effettivamente impressionante. È anche preso d’assalto da folle di turisti cinesi.
Dopo la visita alle grotte (circa un paio d’ore) decidiamo di buttare un occhio in città. Per quanto piccola, la troviamo davvero graziosa. Tempo di pranzare, comprare qualche biscotto appena sfornato e tornare a prendere il treno che ci porterà a Pechino.
Giorno 23: Pechino
La giornata è completamente dedicata al Palazzo d’Estate, un vasto insieme di palazzi imperiali commissionati dall’imperatore Qing Qianlong tra il 1750 e il 1764. Il palazzo d’estate è inserito in un enorme parco di 3 chilometri quadrati, occupato per lo più dal Lago Kunming, creato artificialmente.
Il sito si trova a circa 15 chilometri dal centro di Pechino ma è facilmente raggiungibile con la metropolitana. Visitarlo tutto come si deve porta via un’intera giornata. Noi ci siamo focalizzati sulle parti principali, evitando di fare tutto il giro del parco, ma ci abbiamo messo comunque mezza giornata.
I punti più interessanti del Palazzo d’Estate sono concentrati intorno alla collina della Longevità (Longevity Hill) e al Lago Kunming.
Noi abbiamo seguito questo percorso:
East Palace Gate (porta d’ingresso principale) > Hall of benevolence and longevity > Garden of Virtue and Harmony > Wenchang Hall > Hall of Jade Ripples, Yiyun House > Hall of Joyful Longevity > Long Gallery > Hall of Dispelling Clouds > Tower of Buddhist Incense > Suzhou Market Street > North Palace Gate.
Il mio consiglio è quello di prendere una guida, oppure un libro che spieghi le cose che si stanno vedendo.
Anche avere un’idea a priori di quel che si vuole vedere, secondo me aiuta a non vagare a caso nell’enormità del parco.
Il sito è molto affollato, ad Agosto è parecchio caldo, la stanchezza potrebbe farvi desistere già dopo un’ora e mezza quindi avere qualcuno o qualcosa che vi tenga focalizzati sul giro è importante.
Rientrati in città ci perdiamo tra i tipici hutong, gli stretti vicoli di Pechino. È incredibile come, entrando in questi nugoli di viuzze, si perda la dimensione caotica della metropoli e si venga proiettati in una vita più tranquilla, quasi “paesana”.
Gli hutong formano interi quartieri, paesi nella città. Agli hutong si affacciano abitazioni molto modeste, solitamente ad un solo piano.
Giorno 24: Pechino
Noleggiamo una bicicletta presso l’ostello in cui alloggiamo e partiamo in direzione del Tempio del Cielo (o Tempio del Paradiso).
Pedalare nelle strade di Pechino non è facilissimo. Si devono avere 100 occhi e un po’ si senso di orientamento che, per fortuna, a noi non manca. La bicicletta ci permette di osservare un po’ la città e di raggiungere il tempio in poco tempo.
Il Tempio del Cielo è un luogo di culto taoista, costruito nel 1420, che si trova nella parte sud orientale di Pechino. Durante la dinastia Ming l’imperatore veniva qui a pregare per un buon raccolto.
Il tempio è stato costruito secondo regole architettoniche richiamanti concetti di numerologia legati all’agricoltura. Il tempio è composto da 3 parti fondamentali:
- La sala di preghiera, un edificio di forma circolare
- L’altare circolare, sul quale venivano compiuti i riti sacrificali
- Il Muro dell’Eco, che cinge il Tempio del Dio dell’Universo (al tempo della nostra visita era chiuso)
Sembra che il Tempio del Cielo porti bene ai novelli sposi e infatti troviamo diverse coppie in abiti nuziali che si sottopongono a estenuanti tour de force fotografici.
Riprendiamo la bicicletta e ci spostiamo in un altro Tempio, questa volta Buddhista: il Lama Temple.
Nel tempio si respira un aria decisamente più spirituale, l’aria è intrisa del fumo degli incensi accesi dai fedeli.
In un grande edificio è conservata una statua di legno del Buddha Maitreya, alta 18 metri.
Ci lasciamo rapire dall’atmosfera silenziosa ma estremamente carica di spiritualità che questo posto emana.
Giorno 25: Pechino
Ultimo giorno a Pechino, nonché ultimo giorno di viaggio.
Come sempre si rivelerà un giorno un po’ malinconico, passato soprattutto a fare shopping di souvenir e a zonzo per la città in totale relax, ma solo dopo aver dato un’occhiata al Tempio di Confucio.
Mi dispiace lasciare Pechino, ci sarebbe ancora così tanto da scoprire. Decidiamo di concederci un’ultima anatra laccata in uno dei migliori ristoranti della zona in cui alloggiamo e ci preoccupiamo di trovare un transfer per l’aeroporto.
Il volo parte alle 2.30, direzione Mosca e poi Roma. Io, poi, proseguo per Linate.
Questo viaggio è stato lungo e intenso, ricco di scoperte, povero di delusioni. Convengo che la Cina è talmente grande che non basterebbero 3 anni per vederla tutta e viverla anche un poco.
Prometto a me stessa un ritorno, un giorno, e pure un proseguo del nostro cammino lungo la via della Seta.
Il seme della curiosità è ormai dentro di noi. Lo coccoleremo con cura fino all’agosto successivo, in cui ci addentreremo in Asia Centrale e riprenderemo il viaggio là dove l’abbiamo iniziato quest’anno, ai confini occidentali della Repubblica Popolare Cinese.
Stefania - Prossima Fermata Giappone
La Cina è uno di quei luoghi che voglio visitare da tantissimo tempo, mi attira molto la cultura e la varietà di paesaggi che si incontrano attraversandola 🙂 . Di questo “pezzetto” di itinerario mi attirano da sempre molto le Grotte del Maijishan e le grotte di Longmen, le foto che hai fatto poi sono stupende!!
Leggerò molto volentieri anche gli altri articoli sull’itinerario!!
Lisa
Ciao, grazie per il post e le info . Mi
Dai un indicazione di massima del costo di questo viaggio ? Grazie mille
Elena Frigerio
ciao Lisa, abbiamo speso circa 2.900 Euro a testa per tutto il viaggio, voli intercontinentali esclusi. Ci è costato molto il volo da Pechino a Kashgar (l’abbiamo prenotato un po’ tardi), solo quello erano 450 euro circa. ciao Elena