Eccomi a raccontarvi il nostro itinerario di viaggio in Georgia. Lo ammetto, 11 giorni sono pochi, ma sono stati sufficienti per avere almeno un assaggio di questa parte di Caucaso.
Abbiamo costruito l’itinerario focalizzandoci sulla parte naturalistica della Georgia ma senza tralasciare le città più significative, come Tbilisi e Mtskheta. Luigi voleva poi fare il bagno nel Mar Nero, quindi la deviazione è stata obbligatoria.
Prima di iniziare a raccontarvi giorno per giorno il nostro viaggio premetto che la Georgia è un paese poco conosciuto dal turismo italiano. Ciò non vuol dire che non sia un paese turistico! Incontrerete orde di Russi, tanti Polacchi, qualche francese (questi sono ovunque eh) ma comunque pochissimi italiani.
Organizzare un viaggio in Georgia è molto semplice, lo si può fare direttamente da Tbilisi e anche se non parlate russo ve la caverete benissimo. Se siete interessati, qui trovate una piccola guida su come fare, mentre sulla pagina dedicata alla Georgia, ho inserito alcune delle risorse che ho personalmente utilizzato e che mi sento di consigliare.
Ma ora basta con le chiacchiere e iniziamo:
Durata del viaggio in Georgia: 11 giorni pieni (volo escluso)
Volo internazionale: Milano – Tbilisi (Atlas Global via Istanbul); poi abbiamo proseguito per l’Armenia e siamo quindi rientrati da Yerevan.
Giorno 1 > Tbilisi
Giornata piena alla scoperta di Tbilisi, capitale della Georgia.
Mi piace sempre molto il primo giorno in cui si arriva in un nuovo paese: tutto è una scoperta, ci si guarda intorno spaesati, cercando di capire cose veramente basiche, tipo: quanto è facile attraversare una strada senza essere tirati sotto? Gli autoctoni se ne fregheranno oppure no delle strisce pedonali? Quanto è facile cambiare soldi? E trovare indicazioni? Quanto è grande la città?
…insomma, basilare sopravvivenza.

Quest’anno poi, non c’era nemmeno la variante fuso orario + volo con arrivo ad orari improponibili.
Udite, udite, non ci siamo addormentati da nessuna parte: non come quella volta a Bishkek, che siamo tracollati sulle panchine del museo (sì, l’abbiamo fatto anche se non si potrebbe, non fate quella faccia); oppure quella volta a Pechino che ci siamo accasciati contro un palo della luce nella Città Proibita; o vogliamo parlare della dormita sulle panchine del Forte Rosso a New Delhi? Come vedete non siamo molto bravi a gestire il Jet Lag. 🙂
Tbilisi l’abbiamo girata un po’ così, a sensazione. Il nostro hotel si trova nel cuore della città vecchia quindi l’esplorazione è partita proprio da lì. Nella mappa sotto trovate il percorso che abbiamo seguito, più o meno.

Giorno 2 > Tbilisi – Mtskheta – Gori – Kutaisi
Sveglia all’alba e, zaino in spalla, andiamo a prendere il bus n. 37 che ci porta in aeroporto, da dove prenderemo l’auto a noleggio. Il ragazzo ci consegna le chiavi di un transatlantico, più che di un’auto.
Manco dovessimo arrampicarci sull’Himalaya, penso.
Sbrigate le pratiche, ci mettiamo in marcia verso Mtskheta, dove arriviamo per l’ora di pranzo, ma non prima di essere passati alla Chiesa di Jvari, posta su un promontorio, in una posizione spettacolare. Ecco la vista da lassù.
A Mtskheta visitiamo la Cattedrale di Svetiskoveli e il Monastero di Samtavro. Se ci passate anche voi, non perdetevi i biscottini prodotti dalle suore del convento.
Proseguiamo per Gori, città terrificante ma sede del museo (e della casa) di Stalin. Il museo è tutto rigorosamente in Georgiano, con traduzioni in Russo. Praticamente impossibile sperare di capire qualcosa.

A 10 km da Gori c’è poi il sito di Uplistsikhe, in cui passiamo più tempo del dovuto e ci ritroviamo a dover fare il viaggio fino a Kutaisi praticamente con il buio. Arriveremo in Guesthouse alle 21.30, stanchi morti.

Sia Gori che Uplistsiske meritano relativamente. Se avete tempi stretti, potete saltarle senza tanti rimorsi.
Giorno 3 > Kutaisi – Gelati – Motsameta – Grotte di Prometeo – Zugdidi
A Kutaisi non c’è molto da vedere e, anche quel poco, non ci ha entusiasmati molto. La Cattedrale di Bagrati, è stata completamente ricostruita, tant’è che l’UNESCO, che l’aveva inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità nel 2010, ha ritenuto tali interventi di ristrutturazione invasivi e dannosi per l’autenticità del sito.
Nel 2017 ha deciso di cancellarla definitivamente dalla prestigiosa lista.

Lasciamo la cittadina di Kutaisi in direzione Monastero di Gelati, anche questo in ristrutturazione ma, per ora, ancora considerato dall’UNESCO. Ciò che impressiona di più di questo monastero sono gli affreschi molto ben conservati.
Secondo la nostra “fantastica” guida, è possibile raggiungere Motsameta grazie ad un sentiero che collega i due monasteri. Purtroppo non siamo riusciti a trovare nemmeno uno straccio di percorso e pure i monaci ne hanno confermato l’inesistenza.
Rinunciamo, riprendiamo l’auto e raggiungiamo il Monastero di Motsameta, dall’architettura meno affascinante ma dalla location decisamente più suggestiva.

Dopo un super Katchapuri (forse il più buono di tutto il nostro viaggio) preso per strada a Kutaisi, ci rinfreschiamo le idee alle grotte di Prometeo. Dopo aver visto quelle di Postumia, devo essere sincera, snobbavo un po’ questa visita. E invece mi sono ricreduta: ne vale veramente la pena, soprattutto la “gita” in barca alla fine del tour guidato. Eccola qui:
In due ore arriviamo a Zugdidi, a nostro avviso, una delle città più brutte della storia, seconda forse solo ad Uyuni, in Bolivia.
Giorno 4 > Zugdidi – Mestia
È arrivato il giorno da me più atteso in assoluto: si va nello Svaneti! 🙂
Da Zugdidi ci vogliono circa 3 ore di auto. La strada, che segue il corso del fiume Enguri, è in buone condizioni e offre scorci favolosi delle montagne circostanti, soprattutto dopo la diga di Enguri (circa 40 km a nord di Zugdidi).
Arriviamo a Mestia alle 12.00 decisamente affamati. Io sono elettrizzata, non vedo l’ora di andare a camminare.
Ci mangiamo il solito kachapuri (ormai siamo diventati noi dei kachapuri), molliamo gli zaini in hotel, e vista l’ora, decidiamo per la passeggiata facile al Ghiacciaio Chaaladi.

Attenzione! Una settimana dopo la nostra gita, una ragazza è stata colpita alla testa da un sasso caduto dal ghiacciaio. A causa dei movimenti del Chaaladi, la caduta di sassi, piccoli o grandi, è frequentissima. Mantenete sempre le dovute distanze dal ghiacciaio. La ragazza in questione, purtroppo, è deceduta.
Giorno 5 > Trekking ai laghi Korould
Finalmente si cammina seriamente!
Dopo aver studiato tutti i possibili sentieri della zona, decido per il trekking ai laghi Korould. Se volete passare una giornata immersi nel verde Caucaso, facendo un po’ di fatica, ma tornando sempre e comunque a Mestia per la sera, questa è un’escursione che consiglio vivamente.
I laghi non sono altro che due piccole pozze, un po’ deludenti, ma il paesaggio che si gode da lassù e lungo il sentiero per raggiungerli, è impagabile.

La nostra camminata è durata circa 9 ore tra andata e ritorno, dato che qualcuno, al ritorno, ha preso la cosiddetta “scorciatoia” che ci ha fatto letteralmente perdere. Se invece sarete più furbi di noi e tornerete dallo stesso sentiero dell’andata, ci dovreste mettere 8 ore.
Il dislivello complessivo è di circa 1.300 metri e il percorso è ben segnalato, tranne nel primo tratto.
Giorno 6 > Mestia – Ushguli – Mestia
Quando, prima di partire, stesi l’itinerario, fui molto combattuta sul fatto di spendere una notte ad Ushguli. La maggior parte delle persone che visitano questo piccolo villaggio, situato nella parte più remota dello Svaneti, lo fa con una gita in giornata da Mestia.

I minibus (ce ne sono a decine) partono alle 9.00 dalla piazza principale di Mestia e in un paio d’ore portano ad Ushguli. Alle 16.00 poi, si riparte per tornare a Mestia.
Il tempo lasciato è effettivamente poco per sfruttare la giornata con un trekking o una passeggiata. Per questo motivo, se tornassi indietro, dormirei sicuramente lì almeno una notte. Il villaggio è estremamente caratteristico, uno dei posti più belli del viaggio.
Non esistono hotel, ma è possibile dormire in guesthouse e di anno in anno ne aprono di nuove quindi non faticherete a trovarne una.
Sfruttiamo quelle poche ore che abbiamo per incamminarci lungo il sentiero per il Ghiacciaio Shkhara, dove nasce il fiume Enguri. La passeggiata è molto semplice ma suggestiva.

Giorno 7
Tempo di allontanarsi dallo Svaneti e toccare con mano il Mar Nero. Decidiamo di fermarci ad Anaklia, senza arrivare fino a Batumi, approfittando del festival internazionale di musica elettronica per fare un po’ di vita notturna (per mia sfortuna).
Anaklia non è definibile un paese. È una via con 3 hotel carissimi e case sparpagliate qua e là. L’unica cosa bella, ma completamente fuori luogo, è il ponte costruito sulla foce del fiume Enguri.

Bello eh, ma a che serve? Boh…
Scopriamo che il festival è finito la sera prima (per mia gioia e per dolore di Luigi) e ci buttiamo in spiaggia.
Eviterò di esprimere pareri coloriti sul Mar Nero. Andateci solo se siete in fissa per vederlo, altrimenti, passate oltre. 😉
Per lo meno il pomeriggio è di puro relax.
Giorno 8 > Anaklia – Martvili Canyon – Okatze Canyon – Mtskheta
Ritorniamo sui nostri passi in direzione Kazbegi. Per spezzare il viaggio ci fermiamo a visitare due canyon, quello di Martvili e quello di Okatse. Il primo, a mio avviso, non merita molto.
Il canyon di Okatse è poco visitato dai turisti stranieri mentre è molto gettonato dagli autoctoni. Per arrivare al canyon e percorrere la passerella a picco su di esso, si attraversa prima un bosco con una passeggiata di circa due chilometri (all’andata è in discesa ma al ritorno…).

Riprendiamo il nostro viaggio fino a Mtskheta, dove arriveremo tardi (dopo le 21.30) ma per fortuna il proprietario della nostra guesthouse ci accoglie con due bei bicchieri di vino bianco!
Mtskheta la sera è molto suggestiva.
Giorno 9 > Mtskheta – Kazbegi
Riprendiamo il transatlantico (ovvero la nostra Toyota) e ci immettiamo sulla Strada Militare Georgiana.
Ci fermiamo alla Fortezza di Ananuri prima e allo spiazzo del Monumento dell’amicizia russo-georgiana (completamente ignorato da tutti) fino a scavallare il passo di Jvari (2.379 metri) ed arrivare a Kazbegi (o Stepantsminda).

Sono sincera, i paesaggi che si vedono percorrendo questa strada non li vedrete da nessun’altra parte. E’ realmente uno spettacolo. La strada si insinua tra le pieghe di questo manto verde fatto di montagne e prati. E’ qualcosa a cui non potete rinunciare in un viaggio in Georgia.
Arriviamo a Kazbegi con circa 16 gradi di temperatura esterna.
Ci arrampichiamo per la strada che porta alla famosissima chiesa Tsminda Sameba, diventata simbolo della Georgia per la sua spettacolare posizione di fronte al monte Kazbek.

Ecco, diciamo che il monte Kazbek probabilmente lo vedremo meglio la prossima volta visto che, a mala pena, siamo riusciti a vedere la chiesa. Secondo alcuni (tra cui il proprietario del nostro hotel), è più facile avere una vista più limpida del monte Kazbek la mattina presto. Prendete nota… 😉
Giorno 10 > Kazbegi – Valle Truso – Tbilisi
Tornando a Tbilisi, nonostante il tempo pessimo e i 14 gradi di temperatura esterna, decidiamo di fermarci nella valle Truso per un’ultima passeggiata nel Caucaso. Nonostante nessuno la frequenti (abbiamo sì e no incrociato 10 persone in tutto il tempo), la valle è stupenda: si attraversano paesaggi bucolici, villaggi fantasma, pascoli di mucche, geyser e formazioni di travertino.

Ripercorriamo la strada militare al contrario e riportiamo l’auto in aeroporto.
Il nostro amico noleggiatore, sorpreso dal fatto che gli avessimo riportato l’auto intera, ci fa pure il piacere di riportarci in centro a Tbilisi.
Giorno 11 > Tbilisi – David Gareja – Tbilisi
Giornata sfiancante, più per le temperature insopportabili che per altro. Partiamo alle ore 11.00 con i minibus della Gareji Line, il modo più economico per raggiungere il monastero, ed abbiamo anche capito il perché.
Se è vero che con 25 GEL a testa il trasporto è assicurato, è altrettanto vero che il viaggio è infinito, non esiste aria condizionata e soprattutto l’orario non è dei migliori per evitare il caldo del pomeriggio.
Il Monastero David Gareja è particolarissimo: incastonato nelle rocce, sulla line di confine tra Georgia e Azerbaijan, nel posto più inospitale possibile e immaginabile. Ci vogliono almeno 3 ore per visitarlo tutto con un minimo di calma.

La nostra giornata si conclude con una cena a Tbilisi e una serata tra i locali del centro.
Il giorno dopo ci muoveremo alla volta dell’Armenia. Ma questa è un’altra storia… 🙂
Federico Ferrigno
Ciao! Volevo chiedere se quindi consigliate di noleggiare una 4×4 e se con questa poi è possibile percorrere tutte le strade degli itinerari. Oppure per qualcosa vi affidereste ad un driver?
Grazie
Elena Frigerio
Ciao Federico, se noleggi una 4×4 non avrai alcun tipo di problema e potrai arrivare ovunque tranne in 2 posti che generalmente sono esplicitamente vietati dalle compagnie di autonoleggio stesse e cioè:
– non potrai spingerti oltre a Mestia, per andare ad Ushguli (Svaneti)
– non potrai spingerti oltre a Kvemo Alvani, per raggiungere Omalo (Tusheti)
Per queste due tratte contratti un passaggio direttamente sul posto..
Federico Ferrigno
Grazie mille!
Esmeralda
Salve, sono georgiana ma vivo in Italia con il mio compagno italiano da 7 anni…Il viaggio che avete fatto è molto bello ma manca Vardzia – una bellissima citta scavata nella roccia del XII secolo e non solo…Andate a sud di Georgia, sono bellissimi posti per fare tutto-camminare, la bici , la moto…
Elena Frigerio
Ciao Esmeralda! Grazie per aver lasciato il tuo commento. Purtroppo non avevamo moltissimi giorni a disposizione e abbiamo dovuto scegliere. Visiteremo il sud della Georgia alla prossima occasione (così posso chiedere consiglio a te :)).
Bruna Ganio
Esmeralda buondì,
potrei parlarle in privato riguardo alla Georgia?
Se può darmi info di come/dove contattarla lo farò presto!…..Grazie mille!
Deanna
Ciao Elena! Io e due amiche stiamo organizzando un viaggio on the road questa estate in Georgia noleggiando un auto. Grazie per il tuo post, ci stai dando un sacco di consigli utili! Vorrei chiederti una precisazione: quando dici che le compagnie vietano di andare a Ushguli, cosa intendi? Per quale motivo? Noi pensavamo di andarci e passare lì una notte come hai consigliato. L’unica soluzione è quindi lasciare l’auto a Mestia e andare in minibus? Grazie mille!