
Ecco il nostro tour del Sudafrica: da Cape Town a Johannesburg in tre settimane.
Itinerario in Sudafrica
Non sono mai stata attratta dal continente africano, lo ammetto. Ma quando Alitalia ha aperto la tratta Roma – Johannesburg, l’occasione per iniziare ad esplorare questa enorme e sconosciuta landa a sud dell’Europa ha iniziato a girarci nella testa.
Il Sudafrica è stato quindi il mio primo Paese africano veramente visitato (ero stata in Kenya ma del Paese avevo visto ben poco). La difficoltà più grande, nel momento dell’organizzazione dell’itinerario, è stata quella della scelta di cosa vedere e cosa invece rimandare ad un eventuale secondo viaggio.
Dopo aver spulciato guide di viaggio, cartine, siti e blog, ne è uscito un percorso ibrido, in parte dedicato alle bellezze naturali del Paese, in parte alle città.
Per tutte le info organizzative, ti rimando alla mini guida che pubblicherò a brevissimo in cui troverai tutte le info indispensabili.
Ecco qui il nostro itinerario finale:
Durata del viaggio in Sudafrica: 23 giorni pieni, volo internazionale escluso.
Volo internazionale: Roma – Johannesburg e ritorno, con Alitalia.
Voli interni:
- Johannesburg – Cape Town, con Mango Airlines
- Porth Elizabeth – Durban, con South African Airways
- Nelspruit – Johannesburg, con South African Airways
GIORNO 1 > Arrivo a Cape Town
Arriviamo a Cape Town alle h 17:30 – con 5 ore di ritardo rispetto al previsto – godendoci uno spettacolare tramonto sulla città durante l’atterraggio.
Ritiriamo la nostra auto a noleggio e, cercando di non schiantarci da nessuna parte (la guida è a sinistra) ci immettiamo sulla N2 che ci porta in centro città.
La sera ceniamo al Victoria & Albert Waterfront con una coppia di amici in conclusione del loro viaggio di nozze.
Ci entusiasmano talmente tanto con i loro racconti che non vediamo l’ora di iniziare il nostro viaggio!
GIORNO 2 > Cape Town (Waterfront e Bo-Kaap)
Ci presentiamo al V&A Waterfront alle h 11:00, pronti per l’imbarco per Robben Island. Purtroppo le cattive condizioni atmosferiche e il mare burrascoso costringono gli organizzatori a cancellare la visita e a rimborsarci i biglietti. Avendo letto parecchio su Mandela e sulla storia del Sudafrica, mi è dispiaciuto molto dover rinunciare.
Visto il tempo da lupi, ne approfittiamo per una passeggiata tra i negozi del Waterfront e dell’omonimo centro commerciale. Girare con la pioggia battente non è il massimo ma nel pomeriggio ci perdiamo ugualmente tra le casette colorate di Bo-Kaap.
Il quartiere malese (ex township) è sicuramente il più fotografato di Cape Town. Ospita anche un grazioso museo che consiglio di visitare.
GIORNO 3 > Cape Town (District Six e Table Mountain)

Ultimo giorno a Cape Town, sovrastata da un cielo plumbeo per gran parte della giornata. Passeggiamo nel centro storico unendoci ad un walking tour gratuito con partenza da Greenmarket Square.
Esploriamo i dintorni approfondendo la storia legata a questi posti, spingendoci fino ai giardini dell’antica Compagnia delle Indie e poi, per i fatti nostri, fino a District Six, visitando l’omonimo museo.
All’uscita, uno spiraglio di sole sembra prometterci grandi cose quindi decidiamo di tentare la sorte e salire a Table Mountain.
Se ti piace camminare e goderti le cose lentamente, a Table Mountain dovresti dedicare una giornata intera.
Nonostante sia una fanatica delle salite a piedi, il poco tempo a disposizione ci ha costretti a prendere la funicolare e devo dire, tornassi indietro, rifarei la stessa scelta. La vista di cui si gode salendo e scendendo è davvero unica.
A Table Mountain è possibile fare passeggiate di diversa lunghezza a seconda di quanto tempo si ha a disposizione. La difficoltà è praticamente nulla. L’ideale per godersi la vista sull’oceano.

GIORNO 4 > Cape Peninsula fino a Simon’s Town (45 km)

Oggi esploriamo la Penisola del Capo, partendo non proprio di buon ora e fermandoci di tanto in tanto per scattare qualche fotografia alle onde oceaniche che prepotentemente si infrangono sugli scogli.
Prima tappa a Llandundo Beach, piccola spiaggia di surfisti, a quest’ora del mattino ovviamente deserta. Poi uno stop a Hout Bay, con il piccolo porticciolo popolato da otarie e foche.
Imbocchiamo la Chapman’s Peak Drive, una strada a pagamento lunga circa 5 km, molto panoramica e suggestiva e proseguiamo sulla M65 tenendoci sempre sulla costa occidentale. Gli scenari sono mozzafiato.

Arriviamo finalmente all’ingresso della Riserva del Capo di Buona Speranza, situato all’estremità meridionale della Penisola. All’ingresso ci viene consegnata una mappa con l’indicazione dei percorsi e dei diversi punti di osservazione (dove avvistare le balene, ad esempio). Ci sono anche le tracce per chi volesse fare trekking.
Visto il poco tempo a disposizione (poco più di 3 ore), andiamo dritti in auto fino al parcheggio di Cape Point e, a piedi, raggiungiamo il faro. Cape Point, nonostante sia il lembo di terra più a sud della penisola, non è il punto più a sud del continente africano.

Prendiamo il sentiero che porta al Capo di Buona Speranza (Cape of Good Hope) e, in una mezz’oretta siamo in cima al più famoso capo del Sudafrica. La giornata è stupenda, le temperature primaverili e le piogge dei giorni precedenti sono solo un lontano ricordo.
Usciamo dalla riserva e ci dirigiamo verso Simon’s Town. E che ve lo dico a fare, non vedo l’ora sia già domani per rivederei miei amici pinguini.
GIORNO 5 > Simon’s Town – Stellenbosch (60 km)
Dopo una colazione a dir poco regale, ci muoviamo verso Boulders Beach. Qui vive la colonia di pinguini Sudafricani più numerosa del Paese.
Ci rimarrei tutta la giornata (chissà quando rivedrò più un pinguino) ma alla fine resteremo un paio d’ore, più che sufficienti per visitare il sito, a meno che non siate pinguin addicted come me. Vedere questi buffi volatili circondati dalla sabbia invece che dal ghiaccio mi fa un po’ specie ma sono felice come una bambina il giorno di Natale.

Strappata quasi con la forza da quel paradiso, ci rimettiamo in auto alla volta di Stellenbosch. Scegliamo la Hartenberg Wine Estate, suggeritaci da un’amica sommelier, per fare la nostra prima degustazione e pranzare in tutta tranquillità.
Cambio di cantina subito dopo pranzo per provare il famoso vino Pinotage. Questa volta scegliamo la Kanonkop Wine Estate.
GIORNO 6 > Stellenbosch/Franschhoek – Hermanus – Gansbaai (95 + 40 km)
Franschhoek è una piccola cittadina a nord di Stellenbosch, lungo la Wine Route. Fu fondata da francesi provenienti dai paesi baschi i quali – ça va sans dire – contribuirono allo sviluppo della coltivazione della vite.
Ci fermiamo alle Franshhoek Cellar per la prima degustazione della giornata (alle h 10:30 di mattina!) mentre per concludere questa breve ma intensa esperienza di wine tasting in terra sudafricana, approderemo verso l’ora di pranzo alle cantine La Motte.
Dobbiamo muoverci in fretta perché alle h 16:00 dobbiamo essere a Hermanus per l’uscita in barca alla ricerca delle balene.
Ci tenevo particolarmente a quest’uscita, anche se abbiamo tentennato fino agli ultimi giorni per la prenotazione, visti i pareri contrastanti relativi all’escursione.

Non mi sono affatto pentita dell’esperienza, sicuramente non economica, che ci ha permesso di vedere questi animali stupendi ad una distanza davvero ravvicinata.
Riprendiamo poi l’auto alla volta di Gansbaai, dove verremo accolti da Jonathan e Handre nella loro casa nel quartiere DeKelders. Ci uniremo a loro per una cena gourmet eccezionale.
GIORNO 7 > Gansbaai/Dyer Island – Cape Aghulas – Swellendam (90 + 110 km)
Nuova escursione alla ricerca di balene, foche e pinguini a Dyer Island, inizialmente fuori programma.
Dyer Island si trova di fronte a Gansbaai, cittadina famosa per un altro tipo di escursione ovvero l’immersione in gabbia con gli squali. Questo era il programma iniziale ma il freddo e il mare mosso mi han fatto cambiare idea in tempo zero.
Decidiamo quindi di prendere parte all’escursione a Dyer Island il cui obiettivo è quello di vedere i big five del mare (squalo, balena, pinguino, foca e delfino). L’escursione è organizzata da Marine Dynamics la quale, in partnership con Dyer Island Cruises ha creato nel 2006 il Dyer Island Conservation Trust (DICT) volto alla ricerca, conservazione ed protezione dell’ecosistema marino dell’isola.

Uno dei progetti principali del DICT è chiamato Faces of Need, ed ha come obiettivo la conservazione della colonia di pinguini Sudafricani di Dyer Island. L’associazione costruisce nidi e li sistema sull’isola per far sì che i pinguini non soffrano troppo dell’innalzamento della temperatura esterna e della mancanza di risorse naturali per la costruzione in autonomia dei propri nidi.
Dopo l’escursione facciamo tappa all’African Penguin and Seabird Sanctuary, sempre a Gansbaai. In questo luogo, una troupe di volontari cura pinguini e uccelli marini feriti o malati al fine di reintrodurli nel loro habitat naturale dopo la riabilitazione.
Saluto di nuovo e a malincuore i miei amici pennuti e guidiamo fino a Cape Aghulas ovvero il punto più a sud del continente africano. Qui si congiungono oceano indiano e oceano atlantico, coccolati da un vento intenso e piuttosto freddo.

È quasi il tramonto ma abbiamo ancora un centinaio di chilometri da percorrere prima di arrivare a Swellendam, cittadina che non ci ha lasciato molto ma che si è rivelata una tappa intermedia necessaria in cui passare la notte.
GIORNO 8 > Swellendam – Knysna (270 km)
Oggi iniziamo il nostro viaggio lungo la Garden Route. Entriamo nel mood rilassato di un on the road costiero e facciamo il primo stop per un caffè fronte spiaggia a Mosselbay. Nella tappa successiva ci sgranchiamo le gambe sulla lunga spiaggia di George.

Ci immaginiamo questi posti in estate: affollati, pieni di vita e di divertimenti. Purtroppo la stagione scelta per il nostro viaggio non è esattamente la migliore ma non ci importa più di tanto. Anche il mare d’inverno ha il suo perché.
Dopo la super omelette servita al B&B a colazione, non ce la sentiamo di pranzare. Beviamo una birra e riprendiamo il nostro viaggio fino a Knysna, che giungeremo appena in tempo per goderci le 50 sfumature di viola del tramonto sul porto.
GIORNO 9 e 10 > Knysna – Storms River/Tsitsikamma National Park (100 km)
Lasciamo Knysna subito dopo colazione e riprendiamo la strada N2 che ci porta nel cuore dello Tsitsikamma National Park.
Lo Tsitsikamma National Park è un parco lungo e stretto che segue la costa dell’Eastern Cape lungo la Garden Route. Mi aspettavo un parco con tantissimi percorsi per fare trekking e invece, da questo punto di vista, ha un po’ deluso.
Il sentiero più spettacolare (e anche il più semplice) è lo Storms River Mouth Trail, un percorso di circa 1 km che conduce alle passerelle sospese sulla foce fiume Storms.

Il giorno seguente decidiamo di percorrere un tragitto più lungo, così uniamo due itinerari (Waterfall Trail, 6 km + Blue Duiker Trail, 3.7 km) in un giro lungo una giornata intera.
GIORNO 11 > Tsitsikamma National Park – Porth Elizabeth (190 km)
Giornata di trasferimento, visto il volo per Durban schedulato (ma che poi scopriremo non esistere) alle h 18:30.
Sfruttiamo la mattinata per una breve escursione al grande albero (Big Tree) e poi riprendiamo l’auto in direzione Porth Elizabeth. Ci arriviamo al tramonto, ma non prima di aver dato un ultimo saluto ai miei amici pinguini, a Cape St. Francis.
In questo posto, infatti, accanto al faro, è situato un altro centro SANCCOB, in cui è possibile anche adottare un pinguino (cosa che ho ovviamente fatto) pagando le cure di cui necessita fino al momento del rilascio nel suo habitat naturale.

Riconsegniamo l’auto a noleggio in aeroporto e procediamo verso il check in. Purtroppo scopriamo che il volo diretto Porth Elizabeth – Durban, prenotato qualche mese prima, è stato soppresso così veniamo riprotetti su un volo via Johannesburg la mattina successiva.
GIORNO 12 > Porth Elizabeth – Durban – St. Lucia (250 km)
L’aereo atterra a Durban alle h 11:30. Tra il ritiro della nuova auto, qualche disguido con il noleggiatore e i 250 km che ci dividono da Santa Lucia, butteremo un’altra giornata sui mezzi di trasporto.
Per fortuna riusciamo a partecipare all’Hippo Tour sull’estuario, godendoci un fantastico tramonto con gli ippopotami.

GIORNO 13 > St. Lucia (Hluhluwe-Imfolozi)
Il buonsenso avrebbe suggerito di visitare l’iSimangaliso Wetland Park, una della più grandi aree protette del Sudafrica, che si allunga per 280 km lungo la costa fino al Mozambico. In totale, il parco si estende per più di 3 mila km quadrati e comprende cinque diversi ecosistemi. Sicuramente un posto unico al mondo.
Decidiamo invece ci avventurarci all’Hluhluwe-Imfolozi Wilderness Area, la più antica riserva naturale africana. Nel parco è possibile avvistare tutti i Big Five (elefante, leone, leopardo, rinoceronte e bufalo) ma chi la fa da padrone, qui dentro, è sicuramente il rinoceronte.
Il parco fu infatti inizialmente istituito per proteggere il rinoceronte bianco dal bracconaggio (pratica ancora purtroppo molto diffusa), tant’è che si dice che qualsiasi rinoceronte presente negli zoo di tutto il mondo provenga proprio da questo parco.
Ne vediamo due, bellissimi, ad una distanza davvero ravvicinata ed è stata un’emozione grandissima!

Purtroppo il tempo non ci aiuta e dopo un paio d’ore inizia a piovere. La probabilità di vedere animali si riduce drasticamente ma riusciremo ancora ad avvistare un cucciolo di rinoceronte seguito dalla sua mamma poco prima di rientrare verso Santa Lucia.
GIORNO 14 > St. Lucia – Mkhaya Game Reserve (Swaziland, 250 km)
Lasciamo Santa Lucia sotto una pioggia intensa, riprendiamo la nostra amica N2 e la percorriamo fino al bivio con la strada per lo Swaziland. Passiamo la frontiera e ci fermiamo subito dopo per pranzo.
Ci attende un’esperienza fantastica all’interno della Mkhaya Game Reserve e ci presentiamo puntualissimi per il pick up ai cancelli dell’area protetta.
Usciamo per il primo safari nel pomeriggio ma, data la pioggia, non saremo molto fortunati in quanto ad avvistamenti.

GIORNO 15 > Mkhaya Game Reserve – Mantenga Reserve (Swaziland)
Sveglia prestissimo per il safari dell’alba alla ricerca degli amici rinoceronti: se non si fosse capito, mi sono proprio affezionata a questo animale. Proprio quando ogni speranza sembrava perduta, ecco un esemplare enorme sbucare da dietro un cespuglio. E’ stato l’incontro più emozionante del viaggio!
Dopo una ricca colazione i rangers ci accompagnano all’uscita della riseva, sotto un sole cocente (ma come, fino a 3 ore fa c’erano 10 gradi!) e proseguiamo verso la Mantenga Nature Reserve, sulla strada per Mbabane.

Ci fermiamo alla Milwane Nature Reserve, un’area protetta in cui non ci sono i big five e per questo molto sicura nel caso si vogliano fare passeggiate a piedi. Noi scegliamo il percorso più lungo (ovviamente) e sul sentiero incontriamo nyala e zebre a distanza di selfie 🙂 .
GIORNO 16 > Mantenga Nature Reserve (Swaziland)
Dopo aver acquistato qualche souvenir presso un mercato locale di artigianato, facciamo tappa alla Mantenga Nature Reserve and Cultural Village.
In questo sito è possibile assistere ad uno spettacolo di danza locale e, a seguire, partecipare ad una visita guidata di un villaggio tipico Swazi.
Con una breve passeggiata raggiungiamo poi le cascate (Mantenga Falls).
Dopo la visita, riprendiamo l’auto in direzione nord-ovest. Usciamo dallo Swaziland e arriviamo a Nelspruit, dove passiamo la notte.
GIORNO 17 > Nelspruit – Phalaborwa (230 km)
È il giorno dedicato ad uno dei percorsi più turistici del Sudafrica ovvero la Panorama Route, la strada che da Nelspruit porta a nord, costeggiando il Kruger National Park, nella regione del Mpumalanga.
La zona è famosa per le miriadi di selfie che si trovano sui social (tutte uguali), del famosissimo Blyde River Canyon con le Three Rondavelas.
Lungo la strada per giungere al suddetto punto panoramico famoso, ci fermiamo, nell’ordine:
- Alla God’s Window (finestra di Dio), un punto panoramico che ho trovato molto anonimo;
- Alle Bourkes’ Luck Potholes, delle formazioni geologiche createsi dalla confluenza del fiume Treur con il fiume Blyde.

Procediamo ancora verso nord e poi tagliamo a est verso la cittadina di Phalaborwa, da dove, l’indomani, entreremo nel Kruger National Park, per me la parte del viaggio in assoluto più attesa!
GIORNO 18 – 22 > Kruger National Park (infiniti km)
Trascorriamo quasi 5 giorni pieni nel Kruger National Park, entrando dal Phalaborwa Gate e uscendo dal Malelane Gate.
Sono stati dei giorni stupendi, l’essenza del Sudafrica e la giusta conclusione di un viaggio meraviglioso.
Clicca qui per leggere la nostra guida al Parco Kruger!
Siamo stati fortunati e in questi giorni abbiamo avvistato tutti (!!) i big five, anche se il leopardo ha fatto un po’ il timido e non ha voluto farsi fotografare.

All’aeroporto di Nelspruit, riconsegniamo l’auto a noleggio e prendiamo un breve volo per Johannesburg.
GIORNO 23 > Johannesburg – Roma
Dedichiamo l’unica giornata a Johannesburg alle visite di Soweto e del Museo dell’apartheid, due tappe assolutamente imperdibili.

Forse un giorno solo a Johannesburg è poco, ma il tempo stringe e il nostro volo per l’Italia non aspetta. Prendiamo un Uber direzione aeroporto e salutiamo il Sudafrica a malincuore.
Questo è un paese che merita sicuramente più di una visita, vista la vastità e la diversità del territorio. Non sappiamo quanto presto ci torneremo ma una cosa è certa: l’Africa ha lasciato un segno indelebile nei nostri cuori.
Maria Giovanna Lodigiani
Grazie infinite, carissima! Ho goduto immensamente tutto quanto hai mostrato e scritto, anche nelle tue personali considerazioni che so partecipate e profondamente condivise con Luigi: è una grande ricchezza viaggiare così e certamente suscita un enorme desiderio di scegliere il vostro itinerario Un abbraccio affettuosissimo a tutti e due … o, meglio, tre dalla zia Giò
Elena Frigerio
Grazie zia Giò, è sempre bello ricevere un tuo commento affettuoso. 🙂
Anna Cinelli
Ciao Elena!
sono finita per caso sul tuo blog, complimenti è fatto benissimo!!!
Io sono stata solamente in Kenya, e con solamente intendo sia come unico posto in africa, sia che ero da sola. Adesso ho due bambini di 5 e 7 anni, e mi piacerebbe tantissimo portarli in terre africane, in Sud Africa. Vorrei chiederti se tu hai fatto la profilassi antimalarica prima di andare lì, se è baby-friendly come immagino che sia, e più o meno un range di costi a persona.
noi andremmo ad agosto, e sbirciando un po’ in giro ho visto che potrebbe essere un buon mese per andare lì…
mi dai un feedback?
grazie!!!
anna
Elena Frigerio
ciao Anna, grazie per i tuoi complimenti, è sempre bello sapere di esser utile a qualche viaggiatore come me.
Per quanto riguarda l’antimalarica, no, io non l’ho fatta. Avendo viaggiato ad Agosto (come farete voi) e quindi in stagione secca, ho preferito evitare. Personalmente, ho sempre avuto paura di rovinarmi le vacanze a causa degli effetti dell’antimalarica e anche quando sono stata in Kenya l’ho evitata in toto. Ovviamente questo è un pensiero personale. C’è poi chi preferisce andare sul sicuro e farla. Io per il Sudafrica non ne ho visto proprio il bisogno.
Per quanto riguarda i tuoi bimbi, vedrai, in Sudafrica si divertiranno un sacco. Ti consiglio solo di verificare la possibilità di fare safari organizzati da SanPark perché ricordo di aver incontrato una coppia con un bambino di 6 anni a cui era stato negata la partecipazione proprio perché il bimbo aveva meno di 10 anni. Per il resto, ti direi: vai tranquillissima!
Per i costi, invece, mi spiace dirti che non è una meta troppo economica, soprattutto se viaggi in Agosto. Noi abbiamo speso circa 3000 euro a testa, volo da e per l’Italia escluso. Verissimo che non ci siamo fatti mancare nulla, alcune escursioni ce le potevamo risparmiare (soprattutto quelle all’inseguimento di pinguini e balene, di cui io sono malata 🙂 ) ma viaggiando in Agosto (quindi loro inverno) i costi delle sistemazioni che hanno riscaldamento non sono economicissime (noi abbiamo speso una media di 80 Euro a camera a notte in due). Ovviamente certi costi in 4 si ammortizzano (ad esempio il noleggio dell’auto) e probabilmente con un itinerario diverso da quello che abbiamo fatto si può risparmiare sui costi dei voli interni (ne abbiamo presi 3). In linea di massima ti posso dire che quel che costa di più sono le escursioni (prezzi europei) e gli hotel. Mangiare è relativamente economico, il noleggio dell’auto, se prenotato per tempo, anche.
Spero di averti aiutata un pochino, se hai bisogno di altre info scrivimi, anche via mail! 🙂
Fabio
Ciao Elena! A maggio partiremo per il Sudafrica e mi ha fatto piacere trovare questo ed altri tuoi articoli. Grazie per i consigli!